Albano Marcarini, Atlante dei Monti Arcani, Hoepli editore, 2022, 256 pagine con 88 mappe e 67 acquerelli.
La montagna ha sempre suscitato nell’uomo sensazioni enormi, a volte contrastanti: stupore, meraviglia, potenza, paura o aspirazione, sacralità e vicinanza a Dio, rispetto o conquista, ignoto. Quasi mai indifferenza. Alcune montagne sono circonfuse di un’aura più elevata di quanto la loro altezza topografica riveli. Sono montagne sacre, o mitiche, o mitizzate, o idealizzate. Non vi è regione del mondo che ne sia priva, non vi è popolo che non ne abbia una, alcuni anche più di una. Ognuna ha la sua vicenda, la sua narrazione: dimora degli Dei come l’Olimpo, poteri magnetici come il Monte Calamita, meta di pellegrinaggio come il Monte Kailash, ultimo rifugio come il Monte Ararat, rivelazione come il Monte Sinai.
Questi monti sono “arcani” nel senso che Leopardi volle dare alla parola: «ciò che per la segretezza o il mistero in cui si avvolge è motivo di fascino o di attrazione». Sono descritti con il medesimo linguaggio leggero dell’Atlante inutile del mondo, con 88 tavole cartografiche e 67 acquerelli dell'autore,
